Questo reliquario (alt. 18,5 cm, lungh. 20,5 cm, largh. 16,01 cm) fu ritrovato a Samagher (Pola, Croazia) nel 1906 sotto l'altare della Chiesa di S.Ermagora. Nel 1960 fu consegnato al Museo Archeologico Nazionale di Venezia in seguito agli accordi post-bellici Italia-Iugoslavia.
Il reliquario, di probabile origine romana, è in avorio intagliato con rinforzi agli angoli e accessori in argento. Le raffinate decorazioni a rilievo presenti sul coperchio e sui quattro lati attribuiscono all’opera un valore eccezionale per la storia dell'arte paleocristiana, per la storia della Chiesa e per la storia dell'impero romano.
Le decorazioni sul coperchio e sul lato anteriore, in particolare, presentano motivi iconografici che si ispirano alle raffigurazioni dei mosaici del catino dell'abside della Basilica di S.Pietro eretta da Costantino. Di queste raffigurazioni musive si sono conservati solo disegni rinascimentali. Sul coperchio del reliquario vi è raffigurata la scena della Traditio legis, ovvero la consegna della legge da parte di Cristo a Pietro, mentre il lato anteriore presenta il Trono vuoto, riccamente decorato, simbolo del giudizio divino. Particolarmente importante è il lato posteriore che rappresenta il monumento eretto da Costantino sulla tomba di Pietro, la Memoria Petri, nel presbiterio dell'antica Basilica Vaticana, nell'aspetto che conservò fino alla fine del VI secolo d.C., al tempo di Gregorio Magno.
Le interpretazioni dei rilievi sugli altri lati sono più problematiche: sul lato destro, si ipotizza la rappresentazione dell'edicola del Santo Sepolcro in Gerusalemme o una sua presunta replica conservata nella chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme. Nel lato sinistro, invece, si ipotizza la rappresentazione della confessione di S.Lorenzo fuori le mura o la rappresentazione di parte della navata centrale della chiesa di S.Croce in Gerusalemme. Fra i personaggi raffigurati nel reliquario sono stati riconosciuti nel lato posteriore forse Costantino ed Elena in visita nella Basilica Vaticana nel 326, nel lato sinistro Galla Placidia con il piccolo Valentiniano, e nel lato destro la moglie di Valentiniano, Licinia Eudoxia, forse con il marito e la figlia Eudocia nel 439-440. Altri studiosi sostengono, invece, che Galla Placidia sarebbe la protagonista principale del racconto, forse in pellegrinaggio per sciogliere un voto relativo all'incoronazione a imperatore del figlio Valentiniano.
Si può affermare che la Capsella di Samagher sia databile intorno al 450 d.C. per i caratteri stilistici e tipologici delle figure maschili e femminili tipici di quel periodo e per il motivo iconografico del Trono vuoto che compare per la prima volta sul mosaico alla sommità dell'arco trionfale della Basilica di S.Maria Maggiore datato a dopo il 431 d.C. (anno del Concilio di Efeso).
Il Museo Archeologico Nazionale ha realizzato una rappresentazione tridimensionale di questo prezioso reliquario: la rappresentazione 3D si rileva uno strumento importantissimo per la ricerca, consentendo di disporre di un rilievo preciso a varie dimensioni di scala, che si può visualizzare da diverse angolature e con diverse direzionalità di luce. L'alta definizione delle immagini permette inoltre di cogliere i particolari dei dettagli difficilmente rilevabili ad occhio nudo pur nella visione prospettica di insieme.