Alla fine della Repubblica Serenissima di Venezia (1797), le ville venete hanno conosciuto un lungo periodo di abbandono che durò fino alla fine della seconda guerra mondiale (1945).
Durante le due guerre mondiali, le ville furono trasformate in stazioni di commando, depositi o ospedali militari.
Dopo questo periodo di degrado, negli anni Cinquanta, gli intellettuali veneti Giuseppe Mazzotti e Giovanni Comisso si impegnarono per attirare l’attenzione sulle condizioni delle ville venete.
Lo stato italiano accolse la richiesta di interventi urgenti di restauro e nel 1958 istituì l’Ente per le Ville Venete.
Nel 1979 l’Ente divenne Istituto Regionale per le Ville Venete. Da allora l’Istituto è impegnato nella protezione, nel restauro e nella valorizzazione delle ville del territorio veneto e friulano.
L’Istituto conta 4237 edifici, di cui 3803 in Veneto e 434 in Friuli Venezia Giulia.
Il 14% delle ville è di proprietà pubblica o di enti ecclesiastici e l’86% è di proprietà privata.
Solamente grazie al costante impegno dei proprietari e alla stretta collaborazione di questi con l’Istituto, le attività di conservazione e valorizzazione sono oggi possibili.
Le ville costituiscono un “museo diffuso tipicamente veneto” e rappresentano un patrimonio prezioso del nostro passato.
Esemplari unici da scoprire, atmosfere di tempi antichi da rivivere. È dovere di tutti tutelarle e valorizzarle a beneficio dell’umanità.
Le ville aperte al pubblico sono oltre 200. Tutte le informazioni sulle modalità e orari di visita sono reperibili all’indirizzo web: www.irvv.net.