Villa Venier Contarini si trova a Mira, sulla Riviera del Brenta.
Il complesso è composto da un edificio principale dove alloggiavano i proprietari e due barchesse ai lati, edifici solitamente destinati ad ambienti di lavoro.
All’angolo della proprietà, lungo la strada principale, c’è l’oratorio.
Davanti alla villa si apre un giardino, mentre sul retro si trova un ampio parco.
Dai documenti attualmente disponibili non è possibile risalire né all’anno di costruzione, né all’architetto autore del progetto.
I cataloghi storici riportano che nel 1660 Niccolò Venier acquista la villa.Nel 1685 aggiunge l’oratorio, restaurato e completato nel 1752 dall’architetto Lorenzo Boschetti.
Nel 1780 muore l’ultimo erede maschio della famiglia Venier. La villa diventa di proprietà della cugina Maria Venier, moglie del procuratore Alvise II Contarini.
In seguito a questo matrimonio, la villa prende il nome di “Villa Venier Contarini”.
Maria Venier muore nel 1827. Da quel momento, per oltre un secolo, la villa cambia numerosi proprietari, sino al 1953.
In quell’anno passa alla Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda che istituisce una scuola femminile. Nel 1991, l’Istituto Regionale Ville Venete acquisisce la villa.
Un’incisione del 1709 mostra che l’edificio principale aveva inizialmente tre piani a pianta cubica.
Solo più tardi, nell’Ottocento, vennero aggiunte le stanze laterali e quattro abbaini, disposti a croce. Per abbaino si intende una finestra sul tetto, posta in verticale, per dare luce e aria alle soffitte.
Questo intervento fu probabilmente curato dall’architetto Boschetti, che collegò inoltre l’edificio centrale alle barchesse con dei porticati.
Le due facciate principali sono uguali. Osservando le facciate, si nota che il secondo piano, il piano nobile, è evidenziato da una trifora.
La trifora è una finestra a tre aperture divise verticalmente con colone sottili, tipica dell’architettura veneziana.
La trifora della facciata principale è delimitata da un balcone di pietra con ringhiera in ferro battuto.
La trifora della facciata verso il parco, invece, ha conservato il parapetto in pietra originale.
Da alcune stampe del Settecento, notiamo che il giardino davanti alla villa, il muro che la circondava e il parco sul retro erano ornati da molte statue in pietra di Custoza.
Esperti affermano che Antonio Gai fu l’autore di queste statue.
Purtroppo molte sono andate perdute e sono rimasti solo alcuni esemplari sui pilastri delle cancellate.
Fino agli anni Sessanta l’ampio parco aveva un laghetto. L’acqua proveniva dal fiume Brenta che scorre davanti la villa.
All’angolo della proprietà è situato l’oratorio che si affaccia direttamente sulla strada. Ha pianta rettangolare e una facciata con due grandi nicchie vuote per statue.
Le barchesse a lato dell’edificio principale costituiscono un vero e proprio gioiello. Nelle sale che le compongono si estendono affreschi su tutte le pareti, realizzati nel Seicento e poi più volte ridipinti e restaurati.
La barchessa di destra è la più grande ed ha sette arcate. Se osserviamo una pianta di questa barchessa, si può supporre che fosse adibita ad abitazione: molto probabilmente vi abitava il fattore.
La barchessa di sinistra ha cinque arcate, ed è la più piccola. Le tre stanze che la compongono sono interamente affrescate con scene tratte dall’Odissea, dall’Eneide e dall’Illiade.