I rotoli giapponesi e i piccoli paraventi alle pareti sono ispirati allo spirito edonistico del periodo Edo detto ukiyo. In quel periodo storico in Giappone esplose una nuova e vivace cultura che celebrava anche con l’arte i piaceri e i protagonisti del mondo urbano, grazie al potere sociale che mercanti e abitanti delle città avevano conquistato. Queste “immagini del mondo fluttuante” hanno per tema bellezze femminili, feste, scene di vita quotidiana e parodie di soggetti tradizionali.
Nelle vetrine sono esposti alcuni koto (arpe a tredici corde suonate orizzontalmente con dita artificiali d'avorio), realizzati e decorati con materiali preziosi come lacca dorata, madreperla e tartaruga. Vi sono inoltre altri tipi di strumenti: shamisen (una piccola chitarra quadrata a tre corde, usato soprattutto dalle geisha), hankin (un piccolo koto utilizzato nei viaggi), shō (un piccolo organo a bocca), shakuhachi e fue (flauti) e kotsuzumi (tamburelli).
Nella vetrina 20 sono esposti a rotazione esemplari della vasta raccolta di abiti giapponesi del periodo Edo, appesi a sostegni chiamati iko. Questi abiti giapponesi sono conservati per la gran parte in deposito, piegati in scatole realizzate con cartoncino a PH neutro.
Osservando un kimono (kosode a manica corta, furisode a manica lunga), si può determinare periodo storico, stagione, stato civile, rango del proprietario, circostanza e natura dell’evento in cui è indossato. Il kosode è costituito da rettangoli cuciti insieme a forma di ‘T’. All’altezza della vita, è fermato da un’ampia cintura rigida (obi). Sopra al kosode si porta l’uchikake (soprabito).
Tra le tecniche di ornamentazione, le più importanti sono: decorazione intessuta, decorazione a tintura, decorazione a ricamo, decorazione applicata in foglia d’oro o d’argento, decorazione dipinta e tinta a mano. I kosode riproducono prevalentemente motivi di tipo naturalistico, oggetti di uso quotidiano, stemmi di famiglia e soggetti tratti da famose opere letterarie.
