Villa Comunità Mel

Cap. 3 - La storia del Palazzo della Magnifica Comunità di Mel

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La storia del Palazzo della Magnifica Comunità di Mel

Il Palazzo della Magnifica Comunità di Mel è ora sede del municipio del paese e si trova nella parte sud-ovest della piazza principale, interamente circondata da edifici lungo il perimetro dell’antico borgo fortificato. Il paese di Mel è il centro storico più interessante e ricco della valle. Sul retro del Palazzo vi è la Piazzetta Manzoni, dove una volta si svolgeva il mercato dei bovini.

L’attuale struttura del Palazzo risale agli inizi del 1500, ma le origini dell’edificio tuttavia sono antecedenti. Da alcuni atti notarili risalenti della fine del 1300 si deduce che a Mel esisteva un antico palazzo comunale dotato di loggia, dalla quale le famiglie del luogo tenevano le assemblee.

Tra il 1400 e il 1500 il Palazzo fu interessato da una serie di interventi di ristrutturazione e ampliamento. In particolare si costruì un portico che si apriva a fianco del palazzo, chiamato la loda o “loggia”. Fu decorata e affrescata con l’immagine di San Marco dal pittore Giovanni da Mel, figlio di Antonio Rosso, proveniente dal Cadore. Nel Palazzo veniva amministrata la giustizia e si riunivano i sindaci dei 5 “Deséni” che costituivano il Contado di Mel con il Vicario dei Conti Zorzi, famiglia a cui il Contado era stato assegnato nel 1422.

Nei secoli la loggia subì ulteriori trasformazioni ma attualmente è costituita da un ampio porticato con archi a tutto sesto e volte a crociera, sostenuti all’esterno da colonne ionico in pietra rosata con capitelli ionici e chiusi all’interno da capitelli pensili di tipo composito. Accanto alla loggia, di fianco all’ingresso del Municipio, si trovavano le carceri.

Ancora oggi è visibile una finestra dotata di grata e di uno sportello, dalla quale i condannati potevano ascoltare la sentenza. Le carceri erano costituite da due camere: “al ciaro” e “al scuro”, rispettivamente riservate agli arrestati in attesa di giudizio o ai condannati a pene lievi, e ai condannati per reati gravi. Ai piedi di una colonna della loggia si può invece trovare un grosso anello in ferro che veniva utilizzato per legare i condannati destinati alla corda e alla fustigazione.

A destra del portone d’ingresso si può scorgere uno stemma in pietra scolpita della famiglia Zorzi, risalente probabilmente tra la fine 1500 e l’inizio 1600. Negli ultimi secoli, a causa di incendi e guerre, purtroppo sono andati perduti, tra l’altro, gli affreschi della loggia e un bellissimo pozzo che si trovava tra gli archi della stessa.