Atrio e sala del Compianto
L’atrio di villa Carlotti a Caprino Veronese è composto da un porticato a tre arcate, attraverso il quale si accede alla casa padronale.
Sul soffitto del porticato sono affrescate due figure alate, allegorie del Tempo e della Prosperità. Il Tempo è raffigurato da un vecchio dalla lunga barba e la Prosperità è rappresentata da una figura femminile. Le due figure sostengono e innalzano verso l’alto il modellino di villa Carlotti, come appariva a fine Settecento.
Al centro dell’affresco è dipinto un nastro che riporta la frase in latino, dal significato: “Carlotti e amici”. Gli amici e gli ospiti della famiglia sono ricordati in molti dipinti, e sono una caratteristica della Villa.
Personaggi importanti in visita a villa Carlotti tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento sono affrescati sopra le porte laterali dell’atrio. Sopra l’ingresso principale, si trova un affresco di due figure alate con trombe che reggono il ritratto di un’ospite.
Il nome dell’importante donna qui dipinta è scritto sotto il ritratto: “l’Infanta Margarita”, moglie dell’imperatore Leopoldo. Come per gli altri dipinti di ospiti illustri, accanto al nome è riportato l’anno di visita. Lo stile di questi affreschi è il barocco, tipico del 1600.
Entrando nella casa padronale, si capisce che la scelta di raffigurare gli ospiti della Villa era simbolo di prestigio per la nobile famiglia. Sulle pareti dello scalone si trova per esempio lo stemma della famiglia Medici, signori di Firenze.
Continuando la visita del piano terra, in una piccola sala a fianco della “Sala dei Sogni”, il visitatore può ammirare un magnifico gruppo di statue, chiamate “Compianto sul Cristo morto”. Il gruppo di statue è un tesoro prezioso, probabilmente tra i più belli e più antichi della scultura italiana di stile gotico.
Le sculture provengono dalla chiesa del cimitero di Caprino Veronese. Sono state realizzate nel 1320 circa in pietra locale chiamata “pietra galina”, a colori e a grandezza naturale. Questo maestoso gruppo di statue non è purtroppo giunto integro sino ai giorni nostri.
L’opera è stata restaurata, ma alcune figure sono tuttavia rimaste incomplete. Il “Compianto” raffigura Gesù sul sudario attorniato da amici addolorati. Il dolore della morte è forte, e anche chi ammira l’opera può partecipare alla sofferenza.
Il linguaggio delle mani dei personaggi, in particolar modo, è molto curato e significativo: alcune figure soffrono interiormente, altre cercano di accarezzare il corpo di Gesù.
ll soffitto a volta nella “Sala del Compianto” è simile a quello della vicina “Sala dei Sogni”. Vi sono dipinti esseri fantasiosi, intrecciati a decorazioni vegetali e a forme geometriche. Al centro del soffitto si trova l’immagine di Danae, figura mitologica greca, affrescata nel Settecento.