Villa Emo

Cap. 5 - La sala principale di villa Emo

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La sala principale di villa Emo

La stanza più importante di villa Emo è il salone d’onore, a cui si accede dalla loggia. Gli interni del salone sono stati interamente affrescati da Gian Battista Zelotti, che raggiunse la maturità artistica proprio con i dipinti di questa Villa. Gli affreschi di villa Emo rappresentano le migliori opere nelle ville venete del Cinquecento. I toni degli affreschi sono fastosi ma un registro semplice si equilibra con la sobrietà degli esterni.

I temi con intento moraleggiante, scelti dallo Zelotti, spaziano dalla virtù romana e ideali umanistici del salone alla mitologia classica e pagana con riferimenti alle favole di Ovidio nelle stanze laterali. Ogni parete della stanza è suddivisa in tre settori da finte colonne corinzie. L’attenzione dell’ospite è subito attirata dai due grandi affreschi che narrano storie di personaggi romani alle pareti destra e sinistra.

Su un lato è rappresentato l’affresco di Scipione che concede la sposa ad Allucio come simbolo di continenza e magnanimità, nell’altro lato l’affresco di Virginio simbolo di compostezza, che uccide la figlia per non consegnarla nelle mani del tribuno Appio Claudio.

Ai lati degli affreschi di Scipione e Virginio, vi sono finte statue bronzee dentro finte nicchie che rappresentano le divinità di Giove con la fiamma, Giunone con il pavone, Nettuno con il delfino e Cibele con la leonessa. Sotto ciascuno di questi affreschi, sono stesi quattro uomini che con le gambe superano i limiti della cornice su cui poggiano. La parte inferiore della parete è coperta da una finta superficie marmorea che include due affreschi di trionfi militari legati alle imprese di terra e di mare del nonno Leonardo Emo.

Nella parete con finestre, sopra la porta vetrata vi è posizionato lo stemma della famiglia Emo, scolpito su legno intagliato e dorato, e sopra le finestre sono affrescati due busti di imperatori romani. Alla stessa altezza, nella parete di fronte, sono dipinti due busti di imperatori, e sopra, al posto delle finestre quadrate vi sono degli affreschi dentro una finta cornice che narrano il mito di Apollo e Dafne e illustrano la gara poetica tra Apollo e Marsia.

Il salone sembra innalzarsi nell’arco trionfale che costituisce l’ingresso a quest’ambiente. Sul timpano appaiono le due allegorie dalle forme prosperose e dall’aspetto gioioso: l’Abbondanza e la Prudenza che tiene in mano uno specchio in cui riflette se stessa.

Sulla punta del timpano spicca inoltre una maschera in finta pietra. All’interno il timpano è decorato con festoni di roselline selvatiche che scorrono lungo le colonne corinzie. In tutti gli spazi lasciati vuoti dagli affreschi si estendono festoni di fiori, foglie e frutti tra i quali la pannocchia, simbolo delle attività agricole di villa Emo.