Villa Emo

Cap. 4 - L’ingresso di villa Emo

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L’ingresso di villa Emo

Villa Emo è stata pensata come una grande azienda agricola e come tale fu costruita. Andrea Palladio riprese le strutture delle abitazioni contadine per la costruzione della casa padronale e progettò l’ingresso alla Villa attraverso una rampa, elemento tipico del mondo rurale.

Salita la rampa, l’ospite era accolto in un ambiente signorile, la loggia aperta sulla facciata principale. Le quattro colonne che formano la loggia non sporgono dalla facciata ma rimangono allineate alle pareti. L’ordine dorico delle colonne, il meno pregiato ed elaborato degli ordini architettonici, è stato scelto perché evidenzia la semplicità degli edifici e dà funzionalità al complesso di villa Emo.

Le colonne della loggia sostengono il frontone che arriva fino alla punta del tetto della casa padronale e che contiene l’unica decorazione della facciata, lo stemma della famiglia Emo, sostenuto da allegorie alate della dea della Vittoria.

Alle linee essenziali dell’esterno si contrappone la ricchezza decorativa degli interni con temi ricorrenti nella tradizione delle ville venete del Cinquecento: la virtù romana e l’amore spirituale si scontrano all’amore terreno e alla mitologia classica in più episodi riportati nelle stanze della Villa.

Il ciclo di affreschi della loggia raffigura la nascita dell’Agricoltura secondo la vicenda mitologica classica. La divinità dell’Agricoltura è dipinta con uno scettro tra gli attrezzi agricoli, sopra la porta d’ingresso principale a sottolineare l’importanza di questa attività nei terreni della famiglia Emo. L’Agricoltura è rappresentata con capelli simili a spighe di grano, il corpo robusto con vesti colorate di giallo o arancione in contrasto con i riflessi metallici degli attrezzi agricoli.

Ai lati della porta, sopra le piccole finestre, sono dipinti dentro conchiglie i busti di Giunone a sinistra e di Giove a destra. Nelle pareti, gli affreschi sono divisi da finte colonne e da festoni di fiori, foglie e frutti tra i quali spicca la pannocchia, simbolo della nuova coltivazione introdotta in queste terre proprio dalla famiglia Emo. Le pareti sono divise in orizzontale da un finto rivestimento che continua anche nell’atrio e invita gli ospiti a entrare.

L’ambiente dell’atrio è molto piccolo, in netto contrasto con la loggia e la sala che il visitatore sta per raggiungere. Due figure intere di finto bronzo, rappresentanti la Cordialità e l’Economia Domestica, accolgono gli ospiti. Una finta pergola di legno a forma di botte sostiene alcune piante di viti e crea un’atmosfera rilassante prima di entrare nella sala più importante della Villa, il salone centrale. La pergola con grappoli d’uva e foglie di colore autunnale si allarga al centro della volta per far spazio a un angioletto che sparge fiori bianchi e rossi verso il basso a rinnovare l’invito a entrare.