La civiltà delle ville venete
Le ville venete costituiscono una caratteristica del territorio italiano. Con il termine ville venete si indicano più di 4000 abitazioni signorili del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Le ville venete hanno sempre goduto di grande prestigio; per il loro gran numero, per i diversi stili architettonici, per gli artisti e gli scrittori che le hanno esaltate.
Importanti architetti e pittori hanno ideato e affrescato queste ville.
È proprio il contributo di molti artisti, come Andrea Palladio e Gianbattista Tiepolo, a fare delle ville venete un patrimonio riconosciuto in tutta Italia e all’estero.
Le ville hanno caratterizzato lo sviluppo della realtà veneta dall’inizio dell'espansione di Venezia in terraferma (1400 circa) sino alla fine della Repubblica Serenissima per mano di Napoleone Bonaparte nel 1797.
Grazie alla crescita economica e culturale della Repubblica Serenissima di Venezia si creò un nuovo modello urbanistico e produttivo, definito civiltà delle ville venete.
Numerosi movimenti letterari e artistici hanno avuto origine in questi ambienti, diffondendosi poi in tutto il territorio.
La villa era solitamente composta dall’edificio principale circondato da barchesse, giardino, parco, colombara, oratorio e vasti terreni bonificati e coltivati.
La villa diventò simbolo del contatto diretto tra uomo e natura, determinando il profondo legame che unisce tutt’ora la popolazione veneta alla terra e alla campagna.
Il più importante architetto dell’epoca fu Andrea Palladio. Più di ogni altro ha saputo integrare la villa con il paesaggio che la circondava.
Il simbolo per eccellenza del legame villa-paesaggio è Villa Almerico Capra detta “La rotonda”, sulle colline di Vicenza. Ventiquattro ville progettate dal Palladio sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.