Museo Archeologico Nazionale

Cap. 1 - Statua di Persefone cd. Abbondanza Grimani

Aa

Text Size

Statua di Persefone cd. Abbondanza Grimani

Questa statua denominata Abbondanza Grimani fa parte di un interessante gruppo di statuette greche, raffiguranti forse le dee Demetra e la figlia Persefone, presenti nella raccolta di età rinascimentale di Giovanni Grimani e Federico Contarini, lo "Statuario Pubblico" della Serenissima, collocato nell'Antisala della Libreria Marciana e inaugurato nel 1596. Lo "Statuario Pubblico" fu uno dei primi musei pubblici di Italia e di Europa e costituì il nucleo originario dell'odierno Museo Archeologico Nazionale di Venezia.

Le statuette del gruppo sono datate fra il 430 e il 375 a.C. e provengono forse da luoghi di culto, situati probabilmente nelle isole del mare Egeo o sulla costa dell'Asia Minore. Questo pregevole insieme di statuette originali del periodo greco classico suscitò l'interesse di numerosi studiosi, a partire dall'archeologo tedesco Adolf Furtwängler nel 1898. Infatti una delle caratteristiche più importanti dello "Statuario Publico", a differenza di altre raccolte di antichità formatesi nelle corti europee nel Rinascimento, era proprio la presenza di opere antiche provenienti direttamente dalla Grecia continentale, dalle isole dell'Egeo e dall'Asia Minore. Queste aree rientravano nelle rotte commerciali veneziane o erano inserite nello "Stato da Mar" della Serenissima. Esse rifornivano il ricco mercato antiquario di Venezia di opere antiche greche, non solo a vantaggio dei collezionisti di Venezia e del territorio circostante ma anche di acquirenti inviati appositamente nella città di Venezia da principi italiani ed europei.

La figura femminile di Abbondanza Grimani indossa una veste a pieghe sottili e un mantello che scende dalla spalla sinistra per avvolgersi attorno ai fianchi in morbidi drappeggi. Lo stile del panneggio leggero ed elegante ha suggerito agli studiosi che l'anonimo autore di quest'opera si sia ispirato all'arte di Fidia, artista famoso per le sculture del Partenone. Si può datare quindi la realizzazione della statua verso il 430-420 a.C.

Alcuni dettagli sono degni di nota: i piccoli fori visibili tra le ciocche dei capelli e ai lobi delle orecchie dovuti alla presenza di un diadema e di orecchini di metallo, oggi perduti; la frattura ricomposta sul collo con la testa tuttavia originale e l'assenza degli avambracci. Quest'ultimi erano stati aggiunti, in occasione di un restauro di età rinascimentale per completare la statua frammentaria, insieme ad una cornucopia da cui fuoriuscivano fiori e frutta. Tali integrazioni, poi tolte negli anni '20 del secolo scorso, nacquero da una errata interpretazione del soggetto dell’opera: la figura femminile della dea Persefone fu trasformata nella dea romana dell’Abbondanza, forse prendendo spunto dalle immagini sulle monete imperiali romane. L’errata interpretazione ha quindi dato origine al nome con cui comunemente, ancora oggi, ci si riferisce alla statuetta.